lunedì 4 giugno 2012

Alta Fedeltà

Vi è mai capitato di rimanere delusi del reale? -Eppure me lo immaginavo meglio…- e se non fosse più solo una questione di immaginazione, se in realtà ce lo “immaginavamo meglio” solo perché ce lo hanno fatto vedere meglio? Se ce lo “immaginavamo meglio” solo perché ci hanno assuefatti a pensare che sia meglio, se ce lo “immaginavamo meglio” solo perché ci siamo abituati a vedere in HD? 
Oggi ogni immagine che ci arriva è manipolata, resa perfetta. I colori vengono fatti più accesi, le imperfezioni vengono cancellate e rese innocue, la luce riposizionata e resa perfetta, il “rumore” abbattuto e fatto scomparire. Il nostro occhio si è abituato a vedere in alta qualità, immagini perfette che non esistono davvero perché la natura è casuale e non un palcoscenico ricreato e privato dei cosiddetti “elementi di disturbo”. 
Il simulacro moderno altro non è che l’immagine riprodotta, deformata, resa perfetta; e nel renderla perfetta, perde della sua naturale perfezione. 
Guardare senza un “mediatore” è diventato assai difficile. Osservare “il vero” è complicato, implica infilarci dentro del nostro; il sentimento, lo spirito critico, le emozioni, ma c’è ancora qualcuno capace di farlo? Vogliamo immagini perfette; donne, uomini, paesaggi. Non accettiamo l’imperfezione, ci sembra brutta, disdicevole, mediocre. 
Noi vogliamo l’HD. Il progetto grafico, la finzione che ci sta dietro, perché? Semplicemente perché ci hanno insegnato che è più bella, perché guardare dietro dei begli occhi un mondo perfetto scatena la nostra fantasia e il nostro desiderio e il desiderio è sempre guadagno per qualcuno. 
Ritornare al tubo catodico ci sembra un delitto, infondo è frutto del progresso e il progresso è necessario per il perpetuarsi della specie anche se ci sembra brutto e triste, perdere delle tradizioni per acquistarne altre è necessario. Le nostre “nuove” tradizioni sono dettate da immagini fittizie, da simulacri ricreati in laboratorio e che noi assumiamo come vere, che hanno perso qualsiasi veridicità, acquistando però  una sublime tecnica.
Il mondo delle immagini è un mondo che parte da molto lontano, nasce con l’uomo, dalla prima volta che ha aperto gli occhi. L’iconografia ci serve per giustificare quello che non sappiamo, non capiamo e vorremo essere.
Via Luciano Celli 29

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